A volte mi chiedo che senso abbia. Gli anni bisestili sono ciclici e difficili alcune porte si aprono altre si chiudono.
Ho perso la persona più importante della mia esistenza, sono passati mesi e ancora sento il lutto. Molte persone non mi seguono più perché sto dando priorità al riposo considerate le energie limitate.
E quindi mi chiedo, ma che senso ha davvero continuare a scrivere? Mi sono già sentita sola in passato, sono già stata abbandonata e ho lottato con le mie forze per risollevarmi. Aver studiato il viaggio dell’eroe mi aiuta a disinnescare i bias mediatici che vogliono farci credere che una volta cavalcata l’onda del successo, resterai su. Conosciamo tutti il movimento dell’onda: prende la rincorsa, raggiunge il suo massimo, e poi si adagia sulla riva. Ma poi prende la rincorsa di nuovo e riparte.
La vita è come un’onda. C’è un altra immagine che mi viene in mente: il cercatore d’oro che rinuncia a picconare il terreno un centimetro prima della pepita. E quindi perché continuare? Perché anche questo disagio è passeggero.
Perché un brutto anno non significa una brutta vita. Spero solo che lei mi guardi e mi guidi da lassù, perché mi manca tanto, e questo non so se passerà mai. Ma accetto questo sconfinato dolore e la rendo fiera, che è ciò che vorrebbe.